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Trai beni architettonici presenti sul territorio lametino il Bastione di Malta è quello meglio conservato. La sua costruzione risale alla metà del XVI secolo, quando per fronteggiare le continue scorrerie dei saraceni riorganizzate sotto bandiera ottomanna, che minacciavano la sicurezza e i commerci delle città rivierasche, il vicerè di Napoli don Pedro da Toledo, per ordine della corona spagnola, impose alle comunità il rafforzamento a loro spese del sistema di difesa costiera già esistente. Il tratto di costa dal Savuto fino al Turrina era sotto la giurisdizione dell'Ordine gerosolimitano dell'Abbazia di Sant'Eufemia detto dei Cavalieri di Malta da quando, nel 1530, questa isola era diventata la loro ultima sede. Furono pertanto essi a costruire lungo questo fronte sia il poderoso Bastione, che ancora si erge maestoso e in buono stato ad 800 metri dalla battigia (per effetto dell'avanzamento nei secoli della linea di costa), sia le numerose torri costiere a nord e a sud di esso, poco distanti fra loro. Il Bastione ha una struttura compatta, a base tronco-piramidale e soprastante torre quadrata, divisa all'interno in quattro grandi ambienti con volte a botte. All'interno della merlatura e del parapetto, un'ampia terrazza, su cui insistono tre ambienti di più modeste dimensioni, copre il Bastione. Sulla porta d'ingresso alla torre quadrata sulla facciata est si trova lo stemma con scudo del Balì Fra Signorino Gattinara, che nell'iscrizione datata 1634 si attribuisce il merito di aver dotato il Bastione di macchine belliche. Con la vendita dei beni ecclesiastici imposta nel regno di Napoli da Giuseppe Bonaparte nel 1806, anche il Bastione divenne di proprietà privata.
Bastione di Malta
242 Via Antonio Cappelli
Trai beni architettonici presenti sul territorio lametino il Bastione di Malta è quello meglio conservato. La sua costruzione risale alla metà del XVI secolo, quando per fronteggiare le continue scorrerie dei saraceni riorganizzate sotto bandiera ottomanna, che minacciavano la sicurezza e i commerci delle città rivierasche, il vicerè di Napoli don Pedro da Toledo, per ordine della corona spagnola, impose alle comunità il rafforzamento a loro spese del sistema di difesa costiera già esistente. Il tratto di costa dal Savuto fino al Turrina era sotto la giurisdizione dell'Ordine gerosolimitano dell'Abbazia di Sant'Eufemia detto dei Cavalieri di Malta da quando, nel 1530, questa isola era diventata la loro ultima sede. Furono pertanto essi a costruire lungo questo fronte sia il poderoso Bastione, che ancora si erge maestoso e in buono stato ad 800 metri dalla battigia (per effetto dell'avanzamento nei secoli della linea di costa), sia le numerose torri costiere a nord e a sud di esso, poco distanti fra loro. Il Bastione ha una struttura compatta, a base tronco-piramidale e soprastante torre quadrata, divisa all'interno in quattro grandi ambienti con volte a botte. All'interno della merlatura e del parapetto, un'ampia terrazza, su cui insistono tre ambienti di più modeste dimensioni, copre il Bastione. Sulla porta d'ingresso alla torre quadrata sulla facciata est si trova lo stemma con scudo del Balì Fra Signorino Gattinara, che nell'iscrizione datata 1634 si attribuisce il merito di aver dotato il Bastione di macchine belliche. Con la vendita dei beni ecclesiastici imposta nel regno di Napoli da Giuseppe Bonaparte nel 1806, anche il Bastione divenne di proprietà privata.
“Maestoso come una caravella di pietra, il castello di Nicastro si erge su uno spuntone calcareo corroso dai secoli e domina il vecchio quartiere di S. Teodoro a 300 metri s.l.m. affacciandosi a strapiombo sul torrente Canne.” Costruito dai Normanni tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo sul nucleo di una fortezza bizantina, conta 16 corpi di fabbrica differenti, distribuiti su due livelli. In alto si trova un nucleo fortificato da cui si eleva il donjon esagonale fiancheggiato da un bastione merlato. Un leggero pendio dotato di cisterna e una piazza d’armi collegano il donjon all’ala residenziale, detta Palazzo Federiciano, in onore di Federico II di Svevia.
12 persone del luogo consigliano
Norman Castle
Via Marte
12 persone del luogo consigliano
“Maestoso come una caravella di pietra, il castello di Nicastro si erge su uno spuntone calcareo corroso dai secoli e domina il vecchio quartiere di S. Teodoro a 300 metri s.l.m. affacciandosi a strapiombo sul torrente Canne.” Costruito dai Normanni tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo sul nucleo di una fortezza bizantina, conta 16 corpi di fabbrica differenti, distribuiti su due livelli. In alto si trova un nucleo fortificato da cui si eleva il donjon esagonale fiancheggiato da un bastione merlato. Un leggero pendio dotato di cisterna e una piazza d’armi collegano il donjon all’ala residenziale, detta Palazzo Federiciano, in onore di Federico II di Svevia.
"La città greca di Terina fu fondata nel VI secolo a.C. dai Crotoniati, che intendevano estendere così il loro dominio sul mar Tirreno e garantirsi il completo controllo dell'istmo di Marcellinara, assicurato già, sulla costa ionica, dalla città di Skylletion. Fra il V e il IV secolo a.C. cadde, come molte città greche della Calabria, sotto il dominio dei Siracusani finché, nel III secolo a.C. venne conquistata dai Bruzi. Nel 272 a.C., con la fine della guerra contro Taranto, cadde sotto l'autorità di Roma. Venne infine distrutta da Annibale nel 203 a.C. perché non aveva voluto schierarsi al fianco dei cartaginesi."
Scavi Archeologici di Terina
"La città greca di Terina fu fondata nel VI secolo a.C. dai Crotoniati, che intendevano estendere così il loro dominio sul mar Tirreno e garantirsi il completo controllo dell'istmo di Marcellinara, assicurato già, sulla costa ionica, dalla città di Skylletion. Fra il V e il IV secolo a.C. cadde, come molte città greche della Calabria, sotto il dominio dei Siracusani finché, nel III secolo a.C. venne conquistata dai Bruzi. Nel 272 a.C., con la fine della guerra contro Taranto, cadde sotto l'autorità di Roma. Venne infine distrutta da Annibale nel 203 a.C. perché non aveva voluto schierarsi al fianco dei cartaginesi."
Il complesso abbaziale di S. Maria di S. Eufemia, fondato da Roberto il Guiscardo nella seconda metà dell'XI secolo nell'area di un precedente monastero bizantino, è collegato all'Ordine dei Cavalieri di Malta che introdusse il culto per la Martire di Calcedonia, Sant'Eufemia. Si tratta del primo dei monasteri benedettini che saranno oggetto delle attenzioni di Roberto di Grandmesnil, abate di Saint-Evroult-en-Ouche (costretto all'esilio dal duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore) al quale il Giuscardo, duca di Puglia e di Calabria, gli affida il programma di ricostruzione religiosa e monastica sotto l'egida della Chiesa romana. II Monastero benedettino meglio conosciuto come Sant' Eufemia, nella Piana di S. Eufemia in località Terravecchia "Torrevecchia" (facente parte del comune di Lamezia Terme Sud in provincia Cz) fu eretto sulle rovinedi un antico cenobio basiliano dello stesso distrutto dai Saraceni circa un secolo prima. L'abbazia di Sant' Eufemia prese subito un grande incremento. Ben presto gli undici monaci che vennero all'inizio da S.Evroul (Francia) divennero cento.L'Abbazia si trova poco distante dall'area in cui sorge il Bastione di Malta, simbolo della Città di Lamezia Terme, costruito dall'Ordine gerosolimitano dell'Abbazia di Sant'Eufemia detto dei Cavalieri di Malta quando, nel 1530, costa il fronte dal Savuto fino al Turrina era sotto la loro giurisdizione e divenne la loro ultima sede.
7 persone del luogo consigliano
Abbazia Benedettina
Via Terravecchia
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Il complesso abbaziale di S. Maria di S. Eufemia, fondato da Roberto il Guiscardo nella seconda metà dell'XI secolo nell'area di un precedente monastero bizantino, è collegato all'Ordine dei Cavalieri di Malta che introdusse il culto per la Martire di Calcedonia, Sant'Eufemia. Si tratta del primo dei monasteri benedettini che saranno oggetto delle attenzioni di Roberto di Grandmesnil, abate di Saint-Evroult-en-Ouche (costretto all'esilio dal duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore) al quale il Giuscardo, duca di Puglia e di Calabria, gli affida il programma di ricostruzione religiosa e monastica sotto l'egida della Chiesa romana. II Monastero benedettino meglio conosciuto come Sant' Eufemia, nella Piana di S. Eufemia in località Terravecchia "Torrevecchia" (facente parte del comune di Lamezia Terme Sud in provincia Cz) fu eretto sulle rovinedi un antico cenobio basiliano dello stesso distrutto dai Saraceni circa un secolo prima. L'abbazia di Sant' Eufemia prese subito un grande incremento. Ben presto gli undici monaci che vennero all'inizio da S.Evroul (Francia) divennero cento.L'Abbazia si trova poco distante dall'area in cui sorge il Bastione di Malta, simbolo della Città di Lamezia Terme, costruito dall'Ordine gerosolimitano dell'Abbazia di Sant'Eufemia detto dei Cavalieri di Malta quando, nel 1530, costa il fronte dal Savuto fino al Turrina era sotto la loro giurisdizione e divenne la loro ultima sede.